Questo libro di Giorgio Manzini – saggio, inchiesta, romanzo vero – ripubblicato oggi assume un significato ancora più profondo: vuole essere un gesto d’onore reso a una generazione operaia che non si piegò in momenti difficili. il libro racconta di un uomo – Giuseppe Granelli; il protagonista in carne e ossa – che per quarant’anni ha lavorato alla Flack di Sesto San Giovanni. La sua esistenza è quella della città dove ha vissuto, dagli stabilimenti dell’acciaieria al villaggio operaio al Rondò da dove partivano le grandi marce solidali, sono diventate un pezzettino della nostra storia nazionale: un simbolo altalenante di conquiste, di sconfitte, di risalite, di cadute, un microcosmo che può rispecchiare la vita dell’intero Paese. La fabbrica amata e odiata – il pane, la fatica, il conflitto – non c’è più. I resti, certi resti, dei vecchi capannoni, le fonderie, i laboratori, il forno saranno conservati negli immensi spazi, a ridosso dei nuovi manufatti come dei fantasmi vigilanti, ombre di un passato remoto e prossimo.