Antonio “Tone” Granelli è il padre di Giuseppe, mitico protagonista del libro di Giorgio Manzini Una vita operaia. Anche lui operaio specializzato alla Falck di Sesto San Giovanni, anche lui “operaio cosciente”, capace tuttavia di offrire una visione del mondo laterale e contrapposta sia a quella rivoluzionaria dell’ “operaio di massa”, sia a quella rassegnata dell’ “albero degli zoccoli”. Tone è l’autore di un memoriale sulle “sue guerre”, nel quale puntigliosamente vuol mostrare come sia impartita al popolo italiano, nel corso di un decennio decisivo per la conferma dell’unità nazionale, la cultura sanguinosa della “nazione armata”, ma anche di quale pasta è fatto un proletario che mantiene viva la coscienza di se e della propria dignità.
È un’occasione straordinaria per esaminare dell’interno il segno lasciato sulle classi popolari dalle guerre combattute in un’epoca in cui gli eserciti non erano composti da professionisti, ma dacittadini-soldati a cui veniva man mano rilasciata, pur con gravi omissioni, reticenze e negligenze, una formazione “alle armi” che portava infine al combattimento e al sacrificio estremo.
È altresì un’occasione per riandare alla realtà operaia sestese della prima industrializzazione, quando il popolo delle fabbriche veniva dalla campagna e dalla montagna, dalla guerra e dall’emigrazione e produceva quel melting pot sociale e culturale capace di formare generazioni di operai attaccati alla fabbrica, anzi innamorati del proprio mestiere.